Ebrei di Rodi. Eclissi di una Comunità. 1944-2024

Rilasciati dalle autorità naziste

Alcuni degli ebrei che vengono arrestati nel luglio 1944, sfuggono alla deportazione grazie a un preciso schema della diplomazia nazista, molto attenta a non inimicarsi le autorità di paesi neutrali, alleati o non invasi.

Quando nel 1924 le autorità fasciste danno la possibilità ai residenti dei Possedimenti italiani nell’Egeo di adottare la cittadinanza italiana, alcuni membri della comunità ebraica scelgono di mantenere la cittadinanza turca.

Durante il secondo conflitto mondiale la Turchia figura come Paese neutrale e i suoi cittadini – nel Dodecaneso, come nel resto dell’Europa occupata dai nazisti – se dotati di documenti in ordine e aggiornati, vengono liberati. Per tutti coloro i cui documenti non risultano aggiornati, è invece prevista la deportazione: non nel campo di Auschwitz, destinazione prevista per tutti gli ebrei, bensì a Bergen Belsen, un campo in cui vengono internati coloro che possono essere utilizzati per lo scambio di prigionieri.

A Rodi, dopo l’arresto dell’intera comunità, 42 cittadini ebrei turchi vengono rilasciati grazie all’intervento del console turco Salaheddin Ulkuman.

Console turco Selahattin Ulkumen
Ritratto del Console generale turco a Rodi, l’onorevole Selahattin Ulkumen. (Rhodes Jewish Historical Foundation Archives; Recuperato da: www.rhodesjewishmuseum.org)
Elenco ebrei turchi salvati
Elenco tedesco dei 42 ebrei di Rodi di nazionalità turca salvati dal console generale Selahattin Ulkumen. Questo è il documento ufficiale utilizzato dalla Gestapo per l'appello quotidiano di quegli ebrei. (Rhodes Jewish Historical Foundation Archives; Recuperato da: www.rhodesjewishmuseum.org)

Anche a Coo si segnala la liberazione di altri 3 cittadini turchi, ovvero Hayadé Israel in Franco, il suo figlioletto Enrico, di 4 anni, e un’anziana zia, Hermana Zinbul Surmani.

Il marito di Hayadé, Alberto Franco e la sorella di Hayadé, Juliette Israel con il marito Moshè Menascé e le loro tre bambine Renata (1936), Matilde (1940) e Sara (1943) vengono invece costretti a salire sulle imbarcazioni dirette al Pireo e rilasciati solo una volta giunti a Haidari.

Particolare è la vicenda di Alberto Franco che, al momento della partenza del treno diretto ad Auschwitz, con i vagoni già chiusi, sente chiamare il proprio nome da un militare tedesco che corre lungo la banchina. Alberto viene fatto scendere dal treno in quanto marito della cittadina turca Hayadè Israel.

La sorella di Alberto, Elisa Franco, arrestata insieme a lui a Coo, in un’intervista rilasciata alla Fondazione CDEC, ricorda quel momento fugace e concitato in cui il fratello cerca invano di portarla con sé. Elisa rimane quindi da sola sul treno e viene deportata ad Auschwitz.

Intervista a Elisa Franco di Marcello Pezzetti, Bruxelles, 11 maggio 2004 (Archivio Fondazione CDEC, Fondo Archivio della Memoria)

In conclusione, gli ebrei delle Isole Egee salvatisi in quel luglio del 1944 perché appartenenti a nazionalità protette furono almeno 54.  

Per esplorare il monumento

I nomi, elencati in ordine alfabetico, sono suddivisi in 10 fasce orizzontali corrispondenti all’età raggiunta al 23 luglio 1944 per comprendere la composizione demografica della comunità: 0-9 anni | 10-19 anni | 20-29 anni | 30-39 anni | 40-49 anni | 50-59 anni | 60-69 anni | 70-79 anni | 80-89 anni | età non conosciuta.

Coloro che sono sopravvissuti alla deportazione sono indicati con un colore diverso, allo scopo di evidenziare il loro esiguo numero.

Tramite lo strumento di zoom è possibile avere un’immagine più ampia del numero di persone deportate e avvicinarsi fino a distinguere ogni nome.

Usare i pulsanti + / – per lo zoom e scorrere lateralmente usando le frecce o facendo swipe.

Posizionarsi su un nome così da far apparire la scheda sintetica con i dati principali della persona: il tasto “scopri di più” permetterà di accedere alla pagina dedicata al nome selezionato.

La funzione di ricerca, indicata con la lente di ingrandimento, consente di inserire il nominativo cercato, che verrà quindi evidenziato sul Monumento.