Home » Approfondimenti. Le eccezioni alla deportazione del 23 luglio 1944 » Deceduti a Rodi tra il gennaio e il 23 luglio 1944
Tra il gennaio e il luglio 1944, pochi mesi prima della deportazione, si registrano a Rodi numerosi decessi tra i membri della Comunità ebraica, dovuti a cause naturali – in particolare a seguito di malattie – ma soprattutto in conseguenza dei bombardamenti aerei da parte degli Alleati sull’isola.
Durante gli attacchi aerei le bombe colpiscono pesantemente il quartiere ebraico, la Juderia, ubicata nei pressi del porto del Mandracchio, distruggendo case e edifici pubblici, tra cui la Sinagoga grande e la scuola. Molte famiglie sfollano nei villaggi vicini di Trianda, Cremastò e Villanova. Coloro che rimangono in città cercano spesso rifugio sotto le possenti mura della Città vecchia che, tuttavia, non saranno sufficienti a proteggere gli abitanti ed evitare le perdite umane.
Cause dei decessi e data di morte dei deceduti a seguito dei bombardamenti aerei da parte degli Alleati sull’isola.
Età dei morti per malattia tra il gennaio e il luglio 1944.
Intervista ad Alberto Israel di Marcello Pezzetti, Bruxelles, [2004] (Archivio Fondazione CDEC, Fondo Archivio della Memoria)
Nel mese di febbraio del 1944, tra coloro che muiono sotto le bombe nel corso degli attacchi aerei, vi sono:
Isacco Alhadeff di 35 anni.
Gli anziani genitori Giacobbe Alhadeff e Caden Amato insieme alla sorella maggiore Zimbul saranno arrestati e deportati.
Richetta (Riccuchia) Levi, nata nel 1917 e figlia di Giacobbe Levi ed Estrella Alcanà, che aveva sposato Robes Moses, nel 1939 emigrato in Palestina. Da lui ha due figlie, Flora del 1937 e Stella del 1939.
Tutte e tre sono uccise durante il bombardamento del 2 febbraio 1944; la tomba di Riccuchia si trova nel Cimitero ebraico di Rodi.
La madre Estrella e i fratelli Menascé, Salvatore e Giuseppe, arrestati nel luglio 1944, non sopravviveranno alla deportazione.
I coniugi Isacco Alhadeff del 1864 e Miriam Scemarià del 1878.
Il loro figlio Haim Alhadeff morirà in deportazione.
“Un impressionante documentazione degli obiettivi contro i quali si accaniscono gli aviatori britannici”, 9 ottobre 1941. (Archivio Istituto Luce, Roma)
Le successive azioni belliche della RAF causano ulteriori lutti tra i componenti della Comunità.
In particolare, un pesante bombardamento si abbatte sull’isola e sulla Juderia sabato 8 aprile 1944, primo giorno della festività di Pesach. Durante l’attacco vengono uccisi numerosi membri della Comunità e distrutte molte abitazioni.
Dopo quella data il quartiere ebraico si svuota e la popolazione si rifugia nei villaggi vicini, più protetti.
Filippo Alhadeff, nato il 19 novembre 1929.
La sua famiglia, composta dai genitori Mosè Alhadeff ed Estrella Saul e dai tre fratelli maggiori Alessandro, Ruben e Salomone, sarà deportata. Di loro sopravviverà solo Ruben Alhadeff.
Desirée (Diana Desiada) Israel di 34 anni e i figli Isacco Sciami, nato l’11 marzo 1934, e Vittorio Sciami, nato il 5 aprile 1943, di solo un anno di vita.
Moriranno invece nei campi di concentramento il marito Nissim Sciami e gli altri figli Giacobbe, Giovanna, Eleonora (Luna) e Salvatore, oltre ai genitori Isacco Israel e Simha Camhi e ai fratelli Mosè e Vittoria Israel.
Giulia Rozanes in Hanan, nata nel 1875 e figlia di Iuda e Sara Rozanes, insieme alla figlia Allegra Hanan, nata nel 1913.
L’anziano coniuge Behor Hanan, arrestato nel luglio 1944, morirà durante il viaggio verso Auschwitz.
Le sorelle Rachele e Giuditta Levi, nate rispettivamente il 9 giugno 1921 e il 1° agosto 1932.
Il padre Bension Levi era scomparso nel 1932, poco dopo la nascita dell’ultima figlia Giuditta, mentre la madre Reina Ferrera e i fratelli Elia Eliakim, Giacobbe Giacomo ed Esther verranno arrestati e deportati.
Triste destino è anche quello dell’altra sorella Jeannette (Giannetta) che, lasciata Rodi alla volta dell’Italia, viene arrestata a Viareggio – cittadina toscana in provincia di Lucca – e deportata da Milano ad Auschwitz con il convoglio partito il 30 gennaio 1944.
Matilde (Mazaltov) Alhadeff in Franco con cinque dei suoi sette figli, Bellina Franco di 15 anni, Allegra Franco di 13 anni, Shmuel Franco di 12 anni, Nissim Franco di 10 anni e Regina Franco di soli 3 anni.
Il marito Giuseppe Franco e le altre figlie Stella di 18 anni e Rachele di 8 anni saranno deportati; tra loro sopravvivrà solo la figlia maggiore Stella.
Caden (Caterina) Russo, nata il 20 luglio 1927. È sepolta nel Cimitero ebraico di Rodi.
I genitori Abramo Behor Russo e Rachele Israel moriranno nel campo di sterminio di Auschwitz.
Isacco Levi nato nel 1911 con la moglie Sara Alcanà nata nel 1906 e il loro figlio Mordechai nato 1934, uccisi dal crollo della loro casa; solo la figlia Allegra nata nel 1932, anche lei rimasta visttima dei bombardamenti, si salva ed è estratta viva sotto le macerie.
Nella Shoah moriranno numerosi componenti della famiglia di Sara Alcanà, tra cui i genitori Celebi e Rachele Bohora Soriano e i nove fratelli Maria, Giacobbe, Rebecca, Isacco (Hako), Vittoria, Nissim, Violetta, Giuseppe (Pepo) e Matilde.
Moreno Maio, nato nel 1876, di professione pasticcere come la moglie Rosa Franco, che morirà poco dopo nella Shoah.
Della famiglia Benveniste muoiono sotto le bombe il padre Nissim (detto “Agapite”) nato nel 1871, la madre Giamila Hasson nata nel 1880 e i figli Giulia Lea nata nel 1919, Giacomo nato nel 1921 ed Estrea Benveniste nata nel 1912 con la figlia neonata Lucia Amato, che saranno entrambe seppellite nel Cimitero ebraico di Rodi.
Pochi mesi dopo verranno deportati il marito di Estrea e padre di Lucia, Giuseppe Bohor Amato oltre alla sorella di Nissim, Linda Benveniste.
La quindicenne Matilde Hasson, nata il 7 novembre 1928.
La sua famiglia, composta dai genitori Celebi Hasson e Maria Alcanà con il fratello Giuseppe e la sorella Johevet saranno successivamente arrestati e deportati.
Vicenda particolare quella accaduta nel corso del bombardamento del 9 febbraio 1944
Isacco Turiel di 13 anni, figlio di Celebi e Rosa Capelluto, scompare dopo l’attacco e nonostante le ricerche non viene mai ritrovato. Lo ricorda Sami Modiano, suo compagno e con lui quel giorno a Rodi.
Moriranno in deportazione il padre Celebi, la madre Rosa Capelluto e le sorelle Lea e Sara; di loro, solo Lea Turiel sopravviverà.
Infine, l’incursione aerea del 16 aprile 1944, fa registrare ancora un decesso nella Comunità:
Nissim Sulam, nato nel 1929, che viene seppellito nel Cimitero ebraico di Rodi.
Destino di deportazione toccherà ai genitori Reuven Sulam e Bulissa Hasson e alle sorelle Amelia e Rachele, arrestati e deportati nel luglio 1944. Quest’ultime sopravviveranno entrambe ai campi di sterminio.
Il portale è parte del progetto “Ebrei di Rodi. Eclissi di una comunità 1944-2024” che presenta la ricerca pluriennale della Fondazione CDEC sulla deportazione ebraica dai Possedimenti italiani dell’Egeo, in occasione del suo 80° anniversario.
Un progetto:
Main partner:
Partner:
Yad Vashem
Archive
Technical partner:
Patrocini:
I nomi, elencati in ordine alfabetico, sono suddivisi in 10 fasce orizzontali corrispondenti all’età raggiunta al 23 luglio 1944 per comprendere la composizione demografica della comunità: 0-9 anni | 10-19 anni | 20-29 anni | 30-39 anni | 40-49 anni | 50-59 anni | 60-69 anni | 70-79 anni | 80-89 anni | età non conosciuta.
Coloro che sono sopravvissuti alla deportazione sono indicati con un colore diverso, allo scopo di evidenziare il loro esiguo numero.
Tramite lo strumento di zoom è possibile avere un’immagine più ampia del numero di persone deportate e avvicinarsi fino a distinguere ogni nome.
Usare i pulsanti + / – per lo zoom e scorrere lateralmente usando le frecce o facendo swipe.
Posizionarsi su un nome così da far apparire la scheda sintetica con i dati principali della persona: il tasto “scopri di più” permetterà di accedere alla pagina dedicata al nome selezionato.
La funzione di ricerca, indicata con la lente di ingrandimento, consente di inserire il nominativo cercato, che verrà quindi evidenziato sul Monumento.